CERATO (ceratostigma wilmottiama – Piombaggine)
“Per quelli che non hanno abbastanza fiducia in sé stessi per prendere da soli delle decisioni. Chiedono sempre consiglio agli altri e spesso ne sono fuorviati”.
La pianta originaria dell’Himalaya. Gli steli giovani nascono in primavera dal basso e crescono leggermente inclinati cosicché il fusto, sembra andare ogni volta in una direzione diversa rispetto alla precedente formando un zig zag. I petali, di un colore blu intenso contenente del rosso, sono leggermente cuoriformi ed hanno una punta al centro dei due lobi che dà al petalo l’aspetto di una farfalla.
CERATO appare come una figura insicura, immatura, ingenua e infantile che continua a chiedere consigli e sostegno. Il suo tema è la dispersione. Mancando i punti di riferimento interni personali, dipende troppo dalle mode, dalla TV, dalla pubblicità. E’ volubile e cambia opinione con una sorprendente facilità. E’ vulnerabile più al modo con il quale riceve l’informazione, che l’informazione stessa. E’ un individuo facilmente ingannabile.
Cerato fa fatica a ordinare i contenuti per importanza e a sintetizzare l’informazione ed è quindi un compilatore compulsivo di dati e fa fatica a distinguere cosa sia più importante. A volte Cerato può sembrare molto deciso, ma poi si scopre che in realtà è temerario, poiché intraprende azioni per le quali non è preparato, senza valutarne le relative conseguenze. E’ influenzato da persone più decise che cerca di imitare. Naturalmente tutta la sfera emozionale è mutevole e confusa, mancano la fiducia in stesso, l’autocoscienza e la giusta autovalorizzazione.
Cerato è “fisiologico” nell’adolescenza, fino a che l’individuo non sviluppa posizioni più personali.
In Cerato sono presenti sia l’aspetto intuitivo che la componente di concretezza, ma spesso la persona tende a spostare fuori da sé la responsabilità delle sue decisioni. Il fiore Cerato è detto anche piombaggine – piombo è il metallo di Saturno – che richiama al freddo, alla pesantezza. Dunque irrigidimento e fissità, la rigidità della convenzione, la difficoltà di affidarsi all’intuizione e al proprio giudizio personale. Ma tutti sappiamo che nel cuore dell’osso sta il mistero del sangue. Nel punto di massima fissità sgorga la vita. Il rimedio aiuta a portarsi dall’esterno all’interno, a sviluppare un’apertura interiore che permette un pensiero intuitivo e dipendente. E’ il rimedio che aiuta a “sentirsi a casa”, centrati e con un punto di riferimento in se stessi, che permette di impegnarsi nella scelta.
Secondo il dott. Bach, Cerato è venuto in questo mondo per apprendere la lezione della saggezza. La lezione riguarda anche la fiducia nella propria intuizione, che è normalmente censurata da una mente non allenata a questo tipo di lettura.
SCLERANTHUS (Scleranthus annuus)
“Per coloro che soffrono molto per l’incapacità di decidere fra due cose, considerando giusta ora l’una ora l’altra. Sono di solito persone tranquille, che sopportano in silenzio le loro difficoltà, non essendo portate a discuterne con gli altri”.
E’ la pianta più piccola tra quelle prescelte da Bach e pertanto sfugge facilmente allo sguardo. Ha un aspetto secco, filiforme, cespuglioso. Inizialmente è prostrata, poi lo stelo esile si erge. La crescita dei gambi- rametti avviene con un modulo duale, ad ogni nodo si dipartono due strette foglioline opposte, arcuate verso il basso, appuntite, delicate, dalle cui ascelle nascono nuovi rami con foglie e, quando è il momento, fiori.
I fiori verdastri (quasi non osa dichiarare il suo colore) sono piccolissimi. Sono senza petali, a forma di campanella rivolta in alto, il calice si apre in 5 sepali stretti e appuntiti.
L’anima di Scleranthus è molto sofferente e porta la persona ad uno stato di prostrazione e fatica che la coinvolge in tutta la sua interezza nel massimo della discrezione. La sua difficoltà antica è di fare e mantenere una scelta perché ciò implica la vista di una direzione profondamente intima nella propria crescita. Scegliere un cammino vuol dire annullare l’esistenza delle altre possibilità. Iniziare per Scleranthus significa essere proiettato nel nulla provando una vertigine angosciante: allora la scelta comincia a vacillare, a perdere di senso e consistenza e ritornare alla posizione di partenza diventa la reazione più veloce e rassicurante. Nonostante abbia un’incredibile sensibilità e capacità di vedere a provare tante sfaccettature del vivere, non riesce ad attuare la sua vastità conoscitiva e livello cosciente.
Tutto in Scleranthus si manifesta in modo alternante: pianto/riso, allegria/tristezza, quiete/aggressività, ed anche “eventi stagionali” quali geloni, emicranie in date fisse, allergie. Si possono verificare scoordinamento nella scrittura, lettura e linguaggio. L’individuo Scleranthus ha problemi di concentrazione perché la sua mente si trova occupata in un’iperattività incontrollata e dispersiva. Spesso questo tratto si accompagna all’esaurimento psicofisico e all’insonnia.
L’assunzione di Scleranthus rende possibile attuare il passaggio trasformativo che permetta di focalizzare consapevolmente il desiderio e l’obiettivo pur nuotando in un mare di desideri e di idee. L’impronta saturnina può fornire alla psiche l’impulso che le permetterà di convertire l’indecisione in qualità saturnine positive, come calma interiore, lucidità e saggia capacità decisionale.
Per Bach Scleranthus è venuto ad apprendere la lezione della Fermezza.
GENTIAN (Gentianella amarella)
“Per coloro che si perdono facilmente d’animo. Possono anche migliorare progressivamente nella loro malattia o nei loro affari quotidiani, ma il minimo ritardo od ostacolo che si presenti genera in loro titubanza e causa confusione e scoraggiamento”.
Appartiene alla famiglia delle Genzianacee e la caratteristica di tutta la famiglia è la produzione di sostanze amare che hanno un’azione tonica sul sistema digerente e sull’organismo intero di cui aumentano le difese, come se l’amaro risvegliasse le forze vitali dell’essere umano.
E’ alta al massimo 40 cm, normalmente 15-20 e ha numerosi fusti che partono già alla base, foglie e fiori sono assiepati in una piramide verde intenso-porpora-violetto. Alla fioritura il bocciolo tubolare si ingrossa e si appuntisce all’apice che si apre in 5 lobi; visti dall’alto questi hanno forma stellare. Fiorisce da agosto ad ottobre (lievemente tardi) per questo motivo viene chiamata anche genzianella autunnale.
Gentian non riesce ad abbandonarsi al mondo e non riesce a dare ascolto al suo sentire. La vita se manca della fiducia del cuore è amareggiata. Chi ha bisogno di Gentian è persona dominata dalla testa e ritiene di saper spiegare tutto con il pensiero logico, crede in ciò che è logicamente dimostrato. Il mondo gli appare senza speranza, è spesso diffidente, è scettico, dubbioso, non abbraccia mai fino in fondo una causa, un sogno, un ideale perché per lui ha sempre un senso relativo.
Gentian manca di una visione globale che permetta d’integrare gli aspetti negativi e positivi della vita e delle circostanze e si concentra su ciò che è negativo, facendone la propria bandiera. E’ un “pessimista professionista” e mette tutto in discussione. Sicuramente lo negherà, e si definirà un “realista”. La sua negatività lo porta a dei “non risultati”, quindi frustrazione e rabbia …può diventare aggressivo, belligerante a anche litigioso.
La trasformazione in genere è piuttosto lenta; bisogna iniziare ad affidarsi prima agli altri e a ciò che non si vede e non si può dimostrare: si fa strada il pensiero analogico. Apprenderà a sapersi affidare, una volta considerati tutti i pro e i contro.
Gentian è efficace nei casi in cui, senza un’apparente spiegazione, cessa il miglioramento durante una cura. Bisogna utilizzarlo quando lo stato d’animo di tristezza è per le contrarietà o perché il miglioramento non avviene abbastanza rapidamente.
Per Bach, Gentian è venuto in questo mondo per imparare la lezione della Comprensione.
GORSE (Ulex europaeus) – ginestrone giallo
“Per i casi di grande disperazione. Queste persone hanno rinunciato all’idea che si possa ancora fare qualcosa per loro. Anche se arrivano a sottoporsi a terapie differenti per obbedire a qualcun altro, continuano a ripetere di avere ben poche speranze di miglioramento”.
Il ginestrone è una pianta pioniera, un arbusto spinoso, fitto e sempreverde che cresce dove la terra è stata ferita, squarciata o spogliata dal pascolo intensivo, là si sviluppa formando una compatta sterpaglia protettiva.
Riesce, grazie e dei batteri alloggiati in piccole nodosità delle sue radici, ad utilizzare l’azoto assorbito dal suolo e dall’aria e a trasformarlo in proteine per il mondo vegetale. L’azoto costituisce la base materiale dell’animazione; è la sostanza che permette di infondere l’anima alla materia vivente.
Le foglie quando spuntano sono tenere e crescendo divengono spine rigide, con foglie spinose più piccole. E’ una pianta molto resistente perché le foglie così spesse riducono il ritmo di evaporazione dell’acqua e, sebbene tenda ad essere danneggiata dalle gelate, si riprende rapidamente emettendo nuovi germogli. Fiorisce con un abbondante fioritura, intensamente profumata, da febbraio a maggio inoltrato, ma può manifestare fioriture eccentriche in qualsiasi momento dell’anno.
Gorse è un individuo che ha attraversato periodi duri e che in un momento della sua vita afflitto e sconfortato si siede stanco, gelato dal freddo. Una condizione che può portare ad uno stato di sospensione nel percepire la propria sensibilità. Allora il rimedio floreale Gorse accende quella fiammella in fondo all’anima, la speranza, che lentamente si fa strada nel buio, permettendo alla luce di rivelare la forza della vita e di provare il dono dell’oscurità come la radice profonda che porta a riconoscere il significato intimo della luce.
Lo stato Gorse può essere progressivo (una situazione che non cambia) oppure repentino (una diagnosi negativa o un licenziamento improvviso). Oltre che dalle circostanze scatenanti, è legato anche dalla personalità di base e dalle influenze educative, culturali, ecc. L’atteggiamento che riassume Gorse è la resa. Il rimedio Gorse ci insegna la differenza tra “rassegnazione” e “accettazione”. La rassegnazione viene dal “basso” dalla frustrazione dolorosa e dalla sofferenza mentre l’accettazione viene dall’”alto” dalla comprensione e dalla speranza che tutto abbia un significato profondo, superiore.
HORNBEAM (Carpinus betulus)
“Per coloro che sentono di non essere abbastanza forti, sia psicologicamente che fisicamente, per sopportare il peso della vita che li sovrasta. Anche i problemi di ogni giorno sembrano loro insormontabili, sebbene queste persone riescano poi in genere a compiere, con successo il loro dovere per chi crede di doversi fortificare in qualche parte del corpo o della psiche per potere facilmente adempiere al proprio compito”.
Fa parte della famiglia delle Betulacee (betulla, ontano, nocciolo e carpino nero).
I fiori sono fiori antichi che non hanno petali ma brattee: i maschili sono amenti penduli e i femminili sono raggruppati in capolini di brattee erette.
Il legno di del carpino è molto duro, gli inglesi lo chiamano anche iron wood. Sopporta bene il taglio in ogni stagione, ributta costantemente, dalle gemme latenti, polloni. Radica senza sforzo e resiste ai venti forti. Hornbeam si differenzia in inverno perché trattiene le foglie morte, marrone caldo, che non cadono fino a primavera; simile in tenacia solo alla quercia roverella. L’equinozio di primavera vede la comparsa delle prime foglie insieme ai fiori. Fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. Verso il solstizio d’estate i frutti arrivano a maturazione.
L’individuo Hornbeam dice di sé: Sono stanco solo al pensiero di farlo! Pigrizia nei confronti di attività obbligatorie. Negligenza, indolenza, negatività. Dunque è la testa, il pensiero, che sono coinvolti. Si tratta di stanchezza che di solito non è proporzionata all’attività svolta, quindi è di origine psichica e si programma in anticipo. Hornbeam è capace di sentirsi stanco al solo pensiero di qualche sforzo che dovrà fare il giorno dopo. Questa stanchezza è talmente mentale da passare immediatamente se subentra un’attività interessante.
Siamo proiettati verso il piacere immediato e per questo per moltissime persone tutto quello che non produce un piacere più o meno immediato viene percepito come negativo, una perdita di tempo e quindi deve essere evitato o quanto meno posticipato: ogni dovere si trasforma in un vero e proprio ostacolo alla nostra felicità!
In Hornbeam l’autocoscienza è scarsa, la valorizzazione e la fiducia in sé stessi sono negative. La capacità di adattamento e di cambiamento sono molto limitate. La coscienza sociale e l’impegno brillano per la loro assenza, come pure l’iniziativa. Fidarsi che il desiderio c’è…fare e fidarsi che si può riposare e riprendere.
Una buona citazione attribuita a Goethe, dice: “Quello che rende la vita una benedizione non è fare quello che amiamo, ma amare quello che facciamo”.
WILD OAT (forassaco – Bromus ramosus Hudsun)
“Per coloro che hanno l’ambizione di fare qualcosa di importante nella loro vita, desiderano acquisire molta esperienza, gioire di tutto ciò che è possibile e vivere pienamente la propria vita. La difficoltà, per queste persone, sta nel decidere quale occupazione seguire, perché, sebbene le loro ambizioni siano forti, esse non sentono nessuna inclinazione particolare rispetto ad altre. Ciò può causare perdita di tempo e insoddisfazione”.
Wild Oat è l’unica graminacea del sistema, non ama però la luce diretta del sole come le altre graminacee.
I fiordi ambo i sessi, senza profumo, sono raccolti in spighette di 7-9 fiori che a loro volta si riuniscono a formare una pannocchia flaccida e pendente all’apice dei rami sottili. Ogni spighetta fiorale è formata da un asse centrale sul quale si innestano i fiori. Ogni fiore da due coppie di brattee e dalle brattee aperte di ogni fiore pendono tre antere lunghe e sottili e sopra a loro sporgono due stimmi piumosi, spiraliformi.
E’ un vero e proprio ALIMENTO per chi non ha più un conflitto strutturale primario, per chi non si fa più domande sul proprio essere, ma piuttosto sul come essere e soprattutto dove essere. Lo stato Wild Oat è un momento di attesa, a volte doloroso, verso un’ubicazione forse definitiva della vita; un transito tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. E’ il “vuoto esistenziale”.
Assumere Wild Oat capovolge la ricerca dall’esterno verso l’interno, ci insegna che la soluzione è sempre dentro di noi e, inoltre, che è possibile allineare la direzione interiore con la sussistenza materiale.
Il tipo Wild Oat vaga, oscilla senza meta, senza una voluta intenzione chiara e definita. Sa di avere tante potenzialità, e così, superficialmente, dissipa il suo tesoro, disperde le sue capacità al vento, credendo che prima o poi ci sarà qualcosa degna di lui. Egli non si guarda, vuole vivere il presente senza una direzione, è una persona dai mille interessi privi di passioni, vive presuntuosamente delle sue avventure, senza essere intimamente in contatto con sé stesso. Ha un blocco emotivo fra pensiero ed azione, non riesce ad associarli e collegarli poiché manca di una chiara spinta e direzione motrice: non c’è quel collegamento tra continuità interiore al senso della sua vita ed espressione esteriore della stessa.
Assumendo l’essenza la personalità diventa nuovamente permeabile alle informazioni dell’anima, rendendoci più facile riconoscere la strada. Il rimedio Wild Oat ci mostra che possiamo sempre costruire momenti nuovi e migliori perché abbiamo il potere di trasformarci, un giorno, in noi stessi. L’essenza aiuta a mettere radici e a trovare senso e significato in quello che stiamo facendo proprio ora.
Bibliografia:
- I fiori di Bach – Accademia Centaurea – Macro Edizioni
- Nuove terapie con i fiori di Bach – D. Krämer – Ed. Mediterranee
- Fiori di Bach – 38 descrizioni dinamiche – R.Orozco – Ed. Centro di benessere psicofisico